Sostegno psicologico per infertilità e difficoltà relazionali a Roma Nuovo Salario

“L’uomo può realizzare delle cose stupefacenti se queste hanno senso per lui” – C.G. Jung

La teoria che mi guida nel relazionarmi con un paziente è quella analitica. Il lavoro terapeutico si sviluppa attraverso il dialogo tra paziente e terapeuta, in un clima di ascolto profondo e di rispetto: la relazione terapeutica è centrale e viene vista come un vero e proprio spazio trasformativo.

La meta dell’analisi junghiana, chiamata anche “psicoterapia analitica”, è il raggiungimento dell’individuazione, definita come la conquista di una maggiore consapevolezza dei molteplici fattori che influenzano il modo in cui una persona si rapporta al complesso delle proprie esperienze psicologiche, interpersonali e culturali. L’obiettivo è quindi la realizzazione del proprio progetto di vita, orientato dall’autenticità verso di sé.

L’analisi junghiana non è una terapia centrata sul sintomo: in quest’ottica il sintomo è il simbolo di un disagio che chiede di essere ascoltato e non “messo a tacere”, e pertanto vengono indagate le dinamiche inconsce alla base di tale manifestazione.

Il ruolo dell’analista è quello di facilitare il processo di individuazione, accompagnando l’analizzando in questo cammino personale di scoperta di sé, di cura e di raggiungimento di equilibrio e di benessere.